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Le ns. Collane

L’INDOLE DORMIENTE

Riccardo Scagnoli
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Prezzo base20,00 €
Prezzo di vendita20,00 €
Sconto totale:
Descrizione

Formato: 15x21 cm
Rilegatura: brossura
Pagine: 258

 


Riccardo Scagnoli, anconetano, ex-archeologo per passione, amante della campagna e degli animali, e felice nonno, scrive da 40 anni e negli ultimi dieci ha avuto il privilegio di pubblicare per Eracle, un primo romanzo, Il Grande Misfatto, che narra la triste e terribile vicenda che portò al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, attraverso una sofisticata storia di spionaggio che, dopo aver mistificato quell’avvenimento, ha tenuto col fiato sospeso i servizi segreti di mezzo mondo, ad un passo dall’ecatombe nucleare. E con un secondo, De Bello Civili, incentrato su una ipotizzabile “guerra civile” scoppiata in Italia, e che il maldestro tentativo di un’Europa, guerrafondaia e molto similare all’attuale, di intervenire, rischia di trasformare in uno scontro tra le grandi potenze, evitato solo grazie ad un colpo di stato populista che cambia profondamente uno Stato ormai abbandonato a se stesso. Dopo di che si è dedicato allo studio approfondito della branca più avanzata della microbiologia, la genetica, che da tre anni lo ha catturato anima e corpo, portandolo ad entrare in un delicatissimo comparto, quello dell’autismo, in cui ha scoperto verità sconcertanti, avallate da alcuni Premi Nobel, in cui la stessa paleoantropologia, che studia l’uomo primitivo, giunta al sequenziamento del paleo-DNA, si trova di fronte alla scoperta inequivocabile che l’evoluzione dell’uomo è legata ad un ceppo “autistico” manifestatosi 40.000 anni addietro, con caratteristiche mentali “superiori e addirittura precognitive”; a dimostrazione che questa sindrome non è altro che la base stessa dell’evoluzione umana verso una perfezione non ancora decifrabile; come lo fu quella primitiva, spesa in oltre tre milioni di anni. Da qui L’Indole Dormiente, un romanzo scientifico che segna un capovolgimento imprescindibile sul modo stesso di concepire e di risolvere i complessi meccanismi genetici di questa grave sintomatologia.


Nessuno, neppure una sonnolenta equipe di paleo-antropologhi annoiati da anni di futili ricerche avrebbe immaginato di scoprire, a pochi chilometri dalla loro Soprintendenza, un sito archeologico talmente fondamentale e sconcertante, di chiara matrice neanderthaliana, ma con tracce assolutamente diversificate, da portare al ritrovamento dei resti di una bambina estranea alla specie, dalle caratteristiche evolutive addirittura inedite, che ha lasciato nell’antica caverna vulcanica delle pitture rupestri da capogiro! Al tempo stesso in cui, presso i famosi laboratori del Max Planck Institute, si sta studiando, in modo del tutto innovativo, la possibilità di intervenire e modificare il DNA autistico. Solo quando una scienziata italiana, alle prese con questo vero e proprio salto nel buio, sequenzierà, come già avvenuto a livello di Premio Nobel, il paleo-DNA scoperto nella grotta, dalle caratteristiche del tutto anomale perché “autistiche”, si renderà conto di una verità straordinaria: che la sindrome autistica non è altro che la spinta evolutiva che ha portato le prime creature ominidi fino all’uomo moderno, e che porterà, nel corso delle prossime ere, l’uomo attuale, a sua volta, ad una perfezione sempre più marcata. Una scoperta che attirerà inevitabilmente attenzioni anche malevoli, pronte a strumentalizzarla. Alla fine le protagoniste, una bambina denisoviana di 40.000 anni addietro e una bambina autistica del presente, saranno le due cartine di tornasole di questa scoperta entusiasmante, e il loro sacrificio, avvenuto a così lunga distanza di tempo, segnerà, tuttavia, la svolta scientifica più ardita per tante persone sofferenti e prive di speranza.

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